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capitolo sesto 181

di Colombo non accenna: ei, che ne’ suoi viaggi posteriori mostrò sì grande operosità, e si occupò delle menome particolarità, non pare questa volta aver fatto cosa ricordevole.

Comprendendo che la sua qualità di straniero, di genovese rendeva sterile la sua eloquenza, che non si aveva in lui alcuna credenza, ch’egli non poteva formare a proprio grado il suo stato maggiore e la maestranza, che gli bisognava prendere ciò che la piccola Palos metterebbe alla sua portata, accettò con una intera annegazione della sua persona ciò che piaceva alla Provvidenza. Era ne’ suoi principii di non tentar Dio, di non far violenza alle circostanze, ma di soffrirle con rassegnazione, aspirando però con ostinata fermezza al conseguimento di ciò che reputava possibile ad opera d’uomo: sentiva come una fiducia ineffabile in cuore, non si spaventava in alcun modo delle difficoltà, non si preoccupava del di fuori, e rimaneva nel suo caro chiostro, culla del suo destino, ove aveva trovato un amico incomparabile, il più intimo, il più amoroso che egli abbia avuto sulla terra. Sicuro oggimai che la sua missione doveva compiersi, egli non abbandonava il suo lavoro interno, e si limitava a gettare di quando in quando il suo sguardo esercitato sulle particolarità dell’armamento, a cui i Pinzon vegliavano colla maggiore assiduità, perch’erano interessati al buon riuscimento della spedizione, avendo i tre fratelli, e particolarmente il più giovane, Vincenzo Yannez Pinzon, sulle istanze del padre Juan Perez anticipato a Colombo l’ottava parte della spesa totale che toccava a lui di fornire.

In una delle sue improvvise apparizioni in mezzo agli operai, Colombo sorprese uno spediente imaginato da Gomes Rascon e Cristobal Luintero per sottrarsi a quella navigazione che gli spaventava. Essi avevano disposto in tal guisa il timone della Pinta, che i pezzi, in apparenza perfettamente collegati, si sarebbero disuniti alla prima ondata: volle costringerli a rifare il lavoro, ma fuggirono, e gli altri legnaiuoli si nascosero.

Allora fu che l’infaticabile Francescano rese a Colombo nuovi servigi, riconducendo gli operai al lavoro, e stimolandoli colle sue salutari esortazioni. Grazie a lui, ben più che ai tre fratelli Pinzon ed alla guardia del corpo Juan de Pennasola, rimasto a