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174 libro primo

vrani degnavano conceder loro la medesima paga che sui navigli di guerra, e fare ad essi sborsare quattro mesi anticipati salendo a bordo. Inoltre al ritorno dalla spedizione, se potevano produrre un certificato di buona condotta, rilasciato dal loro capo, sarebbero francati dal rimanente della condanna. Le autorità di Palos, inchinatesi, risposero che obbedirebbero a questo comando colla sommissione dovuta agli ordini dei Re. E di questo fu steso atto dal notaro pubblico, sotto gli occhi di Fernando del Salto, procuratore del Consiglio di Palos, assistito da due testimoni, il sindaco Lorenzo de Ecarrana e Garcia Fernandez Carnero. Una simile pubblicazione venne fatta del paro a Moguer.

Nondimeno, allorchè seppesi che si trattava di navigare all’occidente, nel mar tenebroso, si diffuse costernazione in ogni casa. Il mar tenebroso! bastava il nome ad agghiacciare di terrore i più intrepidi.

Oggidì saremmo ingiusti a deridere quei terrori: essi erano allora naturali, e quasi logici, poiché si fondavano sul raziocinio. Il telescopio non esisteva peranco a misurare lo spazio, scrutare le miriadi di soli della via lattea, noverare i satelliti di Giove e di Urano, decomporre il triplice anello di Saturno, pesare le diverse masse, calcolare le differenti velocità dei mondi, che gravitano intorno al nostro sole, e via via: la composizione, il volume e il peso della terra non erano per anco chiariti; la forma ne rimaneva indeterminata.

Gli uni la dicevano piana e lunga, continuata indefinitamente dall’Oceano incommensurabile; gli altri la pretendevano quadrata, ma attorniata da ghiacci e mare senza confini. Si ammettevano «zone inabitabili,» e per le imperfezioni della nautica, gl’insegnamenti de’ cosmografi, capricciosi e contraddittorii, somigliavano a caos. Non deve, dunque, recare sorpresa che questa confusione reagisse sulle menti. Nell’intelletto, lo sconosciuto tocca il tenebroso, e le tenebre sono sempre formidabili. Si pensava che il Caos, l’Erebo nascondevansi nelle profondità estreme di quel mare che tutti i cosmografi designavano col nome di tenebroso, porche secondo il geografo di Nubia, lo sceriffo Edressi, e al dire de’ navigatori arabi, approssimandosi