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162 libro primo

sua audacia: ma la modestia della Regina la distolse dall’accettare un tale omaggio: desiderando che la nuova città portasse il nome della sua origine, la denominò città della Santa Fede, o «Santa Fè.»

ll piloto ottenne con astuzia il favore di consegnare alla sua Sovrana la lettera del Guardiano della Rabida: il Francescano faceavi bella mostra del suo zelo per la gloria del Redentore, del suo amor patrio, e del suo attaccamento alla Regina.

ln capo a quattordici giorni, il piloto ricomparve alla Rabida portatore di un messaggio reale. Ringraziando delle sue intenzioni il suo antico confessore, Isabella lo invitava, al ricevere della sua lettera, di andare a lei; e da quel momento l’autorizzava a ravvivare le speranze di Colombo. Queste parole della Regina ricolmarono di gioia la piccola Comunità. e il suo Ospite.

Colombo corse immantinente a Moguer, per pregare un eccellente uomo, Juan Rodriguez Cabezudo, che volesse prestare la sua mula al padre Guardiano della Rabida, chiamato improvvisamente al campo di Granata da Sua Altezza. Cabezudo, ch’era in molto buona relazione coll’abate Martino Sanchez, amico di Colombo, gli rese volentieri questo servigio. ll padre Juan Perez de Marchena partì in segreto dal convento, senza lanterna, un po’ avanti la mezzanotte, non ostante il pericolo di cadere in qualche imboscata e in qualche masnada di predoni; traversò coraggiosamente le terre nemiche, fidando in Dio; ed affrettandosi, giunse felicemente alla città di Santa Fè.

Perchè la Regina ascoltasse in questo tempo la proposta di Colombo, e da sè sola approvasse un progetto condannato dalla Giunta scientifica, bisognava ch’ella fosse potentemente inclinata a sì fatta impresa. In mezzo alle penurie del tesoro ed alle incertezze sul finir della guerra, occuparsi ancora di questo affare era una prova significativa dell’adesione che il suo cuore istintivamente gli dava.

Nessuno meglio del Guardiano della Rabida era in istato di esporre all’intelligente Isabella la sublimità di Colombo: nè solamente del suo progetto poteva parlare; a lui solo erano note la predestinazione e le intenzioni dell’uomo che la Provvidenza mandava alla Regina qual guiderdone della sua vita, per eternarne la gloria.