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capitolo quinto 161

simpatia spontanea, e per convinzione preesistente il progetto di Colombo: lo aveva giudicato intuitivamente fuor d’ogni straniera influenza: nondimeno, considerando, che, per ben due volte, la Giunta de’ cosmografi aveva respinto le idee del suo ospite, la modestia gli fece pensare ch’egli poteva forse essersi ingannato, scambiando i suoi desiderii in ragionamenti, e i suoi ragionamenti nella verità stessa. Affine di sciogliersi dal dubbio, volle sentire un altro parere sul sistema di Colombo, e mandò a Palos pel medico Garcia Hernandez, matematico assai versato in cosmografia. Tutti e tre conferirono su quel progetto, scopo di tanti dibattimenti. L’opinione di Garcia Hernandez fu assolutamente conforme a quella del dotto Francescano. Il progetto parve fondato.

Da quel punto il Guardiano della Rabida cessò di pregare e di discutere, sibbene operò. ll padre Juan Perez decise che scriverebbe direttamente alla Regina. Ma, per evitare che la sua lettera avesse la sorte troppo comune de’ carteggi fidati alle mani de’ segretari, risolvette di farla consegnare alla Regina medesima da persona sicura e a lei affezionata. L’ascendente del padre Juan Perez sugli uomini di mare del littorale gli permise, di buon accordo con Garcia Hernandez, di scegliere tal messaggero, che potesse, bisognando, far officio eziandio di gagliardo difensore: fidarono la lettera ad uno de’ notevoli di Lepe, il pilota Sebastiano Rodriguez, che, per la sua pratica degli affari, e per una certa abilita nel correre le anticamere, aveva saputo acquistarsi relazioni alla Corte.

Questa er’allora al campo, il quale per un accidente sopraggiunto, aveva assunto forma di città. Nella notte del 18 luglio il fuoco si era appiccato al padiglione della Regina, e di là a a tutte le tende della soldatesca, con somma gioia de’ Mori, che mettevano grandi speranze in tale infortunio. Per provare la sua immutabile risoluzione di non levare l’assedio se non dopo soggiogata Granata, la Regina comandò che fosse rifatto il campo in pietra e legno. Diretto da un tale architetto, l’esercito rizzò in alcune settimane una vera citta in formadi Croce, la più regolare certamente di tutta la Spagna. l cavalieri vollero decorare col nome d’Isabella questo improvvisato monumento della

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