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158 libro primo

mente quella riunione. La sua opinione non era mutata. Tutti i membri della Giunta dichiararono ad una voce che questo progetto posava sopra una base falsa e immaginaria, perocchè il suo autore affermava essere una verità ciò che risultava impossibile.

Non ostante queste avverse conclusioni, la Regina non metteva punto in abbandono quel progetto. Tuttavia, siccome la guerra che stava per muovere a Granata, la costringeva aspese enormi, Fernando di Talavera fu incaricato di dire a Colombo, che la penuria estrema del tesoro pubblico impediva la Regina di pensare allora alla sua impresa; ma, compiuta appena la guerra, l’esame della sua proposta sarebbe ripigliato.

Dopo tanti anni di rassegnata aspettazione, di perseveranti tentativi, di speranze svanite, una tale risposta avrebbe avvilito qualunque altro; ma non Colombo: indurato alle privazioni. alle beffe ed ai dispregi della superba ignoranza, egli sostenne con fermezza questo nuovo inciampo. Volendo assolutamente che la Spagna, il cui zelo religioso e il cui carattere cavalleresco interessavano le sue più intime simpatie, profittasse della sua scoperta, ne propose l’impresa ad uno de’ più gran signori di Castiglia, il duca di Medina-Sidonia, che aveva in proprio una flotta, porti, e perfino eserciti. Alcuni anni prima per isciogliere dal blocco Alhama stretta dai Mori, il Duca aveva levato sulle sue terre quarantamila fanti e cinquemila cavalli. La Casa de’ Medina-Sidonia teneva realmente sembianze di sovrana. La sua potenza cresceva mercè del parentado colle famiglie più antiche della Spagna, fra le altre con quella di madamigella Eugenia di Montijo, contessa di Teba, ora imperatrice de’ Francesi.

Un’accoglienza onorevole, e l’offerta di raccomandarlo alla Regina. fu tutto quello ch’egli ottenne da questo gran Gentiluomo, allora anch’egli affaccendato per gli apparecchi della prossima guerra. La vastità medesima dei progetti di Colombo gli fece considerare la sua impresa come un’illusione, forse un’insidia tesa alle sue ricchezze: entrò in diffidenza di lui, sopratutto perch’era straniero.

ln questo mentre, un gentiluomo chiamato Morales, intendente del duca di Medina-Celi, il quale possedeva anch’esso