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156 libro primo

La sorte de’ Mori in Ispagna dipendeva da questo assedio. Colombo cinse la spada e andò al campo.

Quivi, oscuro volontario, servì la causa della Croce con prodezza e umiltà pari. Sembra, altresì, che abbia dato eccellenti consigli intorno alle operazioni dell’assedio: ma la sua povertà, la sua qualità di straniero e di uom di mare impedirono il Consiglio del re di profittarne. Diverse piccole rotte patite sul cominciare di quella stagione campale, e le piogge che cadevano a torrenti, unite colle malattie cagionate e moltiplicate dalla penuria delle vettovaglie, fecero cader d’animo i principali guerrieri. ll re bramava levar l’assedio per la tema di un qualche maggior disastro. Ma prima di decidere consultò la Regina, che a que’ dì stanziava a Jaen: Isabella lo rincuorò promettendogli uomini, danaro, vettovaglie, munizioni; diede incontanente in pegno alle città di Barcellona e di Valenza, le sue gioie, il suo vasellame d’oro e d’argento, e si fece provveditrice generale dell’esercito, perocchè nessuno volle esserlo, così a motivo dello stato infelice delle strade, come pel continuo pericolo delle imboscate dei Mori. Ella raccolse sei mila manuali per riparare le strade sfondate, per costruire ponti, e farvi passare le grosse artiglierie; appigionò quattordicimila muli, e organizzò un servizio regolare di trasporto, che rifocillò e rincuorò il campo. Affine poi di stimolar l’ardore cristiano, mandò all’esercito assediante due Francescani venuti da Terra-Santa, recanti un messaggio minaccioso del Soldano di Egitto.

Ma non ostante i commoventi racconti di quei Religiosi, l’assedio andava per le lunghe. Vi aveva indecisione, esitazione nell’attacco, incoerenza negli ordini: mancavano assieme e vigoria. Isabella allora venne al campo, assumendo, senza neppur dirlo, il comando supremo dell’esercito. La presenza di questo gran condottiero mutò aspetto alla guerra ed all’assedio. Una improvvisa riforma si operò nelle abitudini degli assedianti; quindi non più controversie tra l’un capitano e l’altro, non più lungherie e discrepanza negli ordini. Si moltiplicarono le strade coperte, si procedette innanzi colle parallele; la guardia delle trincee fu vigile, tutta occhi ed orecchi, e gli attacchi diventarono regolari e continui. Non passò giorno, notte,