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154 libro primo


Tuttavia, nonostante il loro sterile riuscimento, le conferenze di Salamanca avevano palesata al mondo l’erudizione, la scienza, i pensieri giganteschi di Cristoforo Colombo. Il suo progetto aveva acquistata un’immensa pubblicità, e il suo nome correva sulle labbra di tutti. La Corte cominciò ad usargli risguardo. Quantunque non si volesse venire allora ad alcuna conchiusione, ed obbligarsi con lui, pur si aveva piacere di favellargli ne’ momenti d’ozio e d’intrattenersi con lui intorno al suo progetto. Sebbene il re fosse risoluto di non avventurare in ciò neppure uno scudo, nondimeno careggiava come un sogno d’oro quella idea di terre sconosciute all’estremità delle Indie, paesi di spezierie, di pietre preziose e di diamanti.

Colombo venne diverse volte chiamato alla Corte; ed ogni volta gli era pagato il viaggio: lo provano i conti del tesorier reale Francesco Gonzales di Siviglia, ove, in data del 5 maggio 1487, si legge: «pagati a Cristoforo Colombo, straniero, tre mila maravedis per cose fatte in servizio delle loro Altezze.» Il tre del seguente luglio gli fu sborsata una simile somma dal medesimo tesoriere. Le operazioni militari che stornavano l’attenzione de’ Sovrani fecero sospendere, ma non respingere la proposizione di Colombo; certe date ne fanno fede. La resa di Malaga avvenne il 18 agosto 1487; e soli nove giorni dopo Colombo riscuoteva dal tesoro reale un mandato di quattro mila maravedis, affine di andare alla Corte per ordine delle loro Altezze: con lui erano ripigliate le conferenze sulla spedizione dell’Oceano per l’Ovest: ma avvenimenti improvvisi di guerra facevano sopraseder sempre l’esecuzione del progetto. Oltre la guerra vi avevano altre vicende dolorose. In quell’anno Cordova fu travagliata dalla peste: quindi la Corte andò in Aragona, a Saragoza, per ivi passare il verno. Anche a Saragoza i Principi si occuparono alcun poco di Colombo: fu colà. chiamato, e una nota del 15 ottobre 1487 indica che riscosse altri quattro mila maravedis.

Inutili istanze, e un’aspettazione sempre fallita occuparono quasi tutti i giorni di Colombo durante il seguente anno.

Nondimeno non dipendeva che da lui di mettere finalmente ad esecuzione il suo disegno. Il re Giovanni II, il solo porto-