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150 libro primo

Secondo che avvengono le cose ne’ giudizi delle commissioni, è certo, che, anche prima di sedere, la Giunta, tenendo giustissima l’opinione già conosciuta del presidente, era fortemente prevenuta contro la tesi che doveva giudicare, e contro l’Uomo che veniva a sostenerla e difenderla.

Primieramente tutti lo consideravano come un orgoglioso che pretendeva scoprire una cosa, alla quale nessun cosmografo aveva pensato, donde s’induceva che nel suo interno egli si supponeva superiore a tutti i suoi predecessori. D’altra parte, egli era straniero; la qual circostanza lo aggravava molto, e costituiva forse il maggiore suo torto.

Al giorno indicato, Colombo comparve dinanzi a’ suoi giudici con una grande tranquillità di animo, non ostante l’infinita distanza che lo separava dalle loro idee.

Gli uni credevano fermamente che la Terra era il corpo più vasto della creazione visibile, il centro fisso dell’universo; quindi trovavano cosa naturalissima che,il Sole girasse intorno ad essa: per la sua massa poi, la Terra superando tutti gli astri, essa sola era lo scopo dei loro diversi movimenti. Altri reputavano che la Terra era un circolo piatto, od un quadrilatero immenso, limitato da una massa d’acqua incomensurabile. Gli uni ammettendo la forma quadrangolare o circolare, ma sempre piatta della Terra, limitavano l’estensione dei mari al settimo della sua parte solida: gli altri, non fabbricandosi alcun sistema, giudicavano qual sogno qualunque idea contraria agli antichi autori.

Alcuni inchinavano a vedere nella teoria di quello Straniero una innovazione pericolosa, in fondo alla quale covava forse qualche eresia.

Colombo si era indebolito, e quasi disarmato prima di parlare, colla sua risoluzione di non oltrepassare in quella controversia certe generalità, e di non dar più oltre in balìa alla pubblica indiscrezione la sorgente intima delle sue convinzioni. La perfidia del Portogallo teneva sempre sveglia la sua prudenza, anche dinanzi alla leale corte di Isabella. Quello ch’egli era per istabilire sopra notizie e fatti cosmografici, non costituiva dunque la ragione decisiva del suo sistema, e la dimostrazione perentoria