Pagina:Cristoforo Colombo- storia della sua vita e dei suoi viaggi - Volume I (1857).djvu/145


capitolo quarto 137


Le memorie di Cristoforo Colombo conservate dall’amicizia del Padre Juan Perez de Marchena erano rimaste deposte ne’ modesti archivi di questo piccolo monastero. Tuttavia, a misura che gli abitatori di Palos si stabilirono a Moguer, e che Palos divenne una rovina deserta, i Religiosi si sono trovati in questo ritiro senza utilità per la popolazione troppo lontana, e senza facilità di poter avere i mezzi a mantenervisi. ll loro numero andò a grado a grado scemando; già al tempo della guerra contro la Francia non ve n’erano che quattro o cinque. La biblioteca del Convento fu posta a sacco, e gli archivi giacquero distrutti. Nel 1825 vi dimoravano ancora quattro Religiosi; ma la rovina degli edifici, non riparati mai da molti anni, e il deperimento del giardino, provavano l’obblio in cui languiva questo sacro e rurale edifizio: nondimeno il chiuso durava in piè, o almeno il diroccamento degli edifizi non era stato opera delle mani dell’uomo.

La rivoluzione religiosa del 1834 in Ispagna, sopprimendo i conventi, menò l’ultimo colpo al monastero della Rabida. Esso fu abbandonato interamente: pare però, che, per rispetto alla sua memoria, siasi conservato sulla carta, ove fu scritto e numerato qual proprietà nazionale: gli abitanti dei dintorni hanno pensato che ciò che è della nazione appartiene a tutti, quindi da venti anni in qua, quando la occasione si presenta, danno a poco a poco il guasto al monastero secondo la misura dei loro bisogni esportandone pietre, tegole, porte, imposte: il giardino rimasto incolto, diventato arido, è come scomparso. Oggi, nel 1855, la collina, spoglia fin de’ suoi pini, mostra vergognosamente la nudità. de’ fianchi vestiti di soli sassi: unica una palma ha resistito ai guasti del tempo, e continua ad elevare il suo tronco solitario, ultimo testimonio della vigorosa vegetazione mantenuta dianzi su questo scoglio dal lavoro paziente dei buoni Religiosi.




Ci vien ora partecipato che il convento della Rabida sarà t’elicemente conservato alla posterità, la mercè della munificenza del duca di Nemours.