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capitolo quarto 135

pura e candida, nonostante gli ardimenti dell’erudizione, e le curiosità dello spirito: potè contemplare, dirò così, faccia a faccia quel suo pensiero più vasto che il Mondo, umilmente inchinato appiè del giudice, che ha la potestà di legare e di assolvere. Avendo qual sacerdote letto chiaramente nelle profondità di quell’anima, che, senza saperlo, manifestava la sua bellezza nel palesare i suoi falli al tribunale della penitenza, ammirò sì gran mente unita a così grande umiltà: stupì della grandezza di quest’Uomo ignOrato, in cui le doti sublimi si erano associate con tale armonia che sembrava non ne formassero che una sola per eccellenza, quella che noi chiamiamo la virtù. Il Francescano riconobbe in Cristoforo Colombo i segni di una elezione provvidenziale; perciò s’interessò al suo destino, ed ebbe per lui tale affezione, che non finì che colla vita.

Lorchè Colombo dovette abbandonare il convento della Rabida, il padre Juan Perez gli procurò qualche danaro, e gli diede una calda commendatizia per un personaggio importante alla Corte, il priore di Prado, confessore della regina, la cui benevola mediazione gli procaccerebbe, diceva egli, un facile accesso ed una favorevole accoglienza. Siccome il padre Juan Perez de Marchena giudicava, che, non ostante la sua nobile origine, la cognata di Colombo, moglie del povero Muliar, non potrebbe ad Huelva dare una educazione conveniente al giovane Diego suo nipote, volle egli medesimo incaricarsi della sua istruzione; e pertanto sotto il tetto, e col pane, l’abito, i libri e la carità della Famiglia Francescana, il figlio di Colombo fu nodrito, vestito e allevato nella sua adolescenza.

Contento nel suo cuore, l’Ospite della Rabida, e sicuro della protezione e della vita del figlio, prese congedo dal venerabile Guardiano, e, accompagnato dalle sue preghiere, entrò in via alla vôlta di Cordova.


§ II.


L’ospitalità generosamente data a Colombo in questo monastero, l’affetto e la protezione che vi trovò, hanno reso tal luogo importante nella storia, e caro alla memoria dei discepoli