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134 libro primo

di continenti, ignorati, ed alla possibilità di arrivarvi, allora che tutte le accademie, i collegi, le università, tenevano queste idee in conto di sogni di un infermo.

Diventate ospite de’ Francescani, sciolto dalle cure della vita materiale, non essendo più obbligato a guadagnarsi il pane quotidiano, Colombo pote impiegare tutto il suo tempo agli affari dell’anima, alla contemplazione delle cose divine. Quivi egli dava opera al suo perfezionamento interiore: voleva colla preghiera e colla purità diventar meno indegno di adempiere l’opera immensa di cui sentivasi incaricato. Avendo libera entrata nella biblioteca del Convento, potè iniziarvisi alle Sante Scritture, svolgere gli autori ecclesiastici, lor parafrasi e commentarii. È noto che aveva studiato san Girolamo, sant’Agostino, sant’Ambrogio, sant’Isidoro, e che conosceva Scotto, Nicola di Lira, ecc. Quivi, senza alcun dubbio, acquistò la svariata conoscenza delle opere teologiche di cui fece prova in appresso. Noi siam fondati a dire che le fatiche dell’Angelo della scuola e del Dottore Serafico, le quistioni nobilmente specolative della metafisica e della morale, non poterono stornare il suo spirito da una ricerca meno alta e più pratica, lo studio della vita de’ Santi. Egli si applicava a considerare gli esempi di questi uomini che avevano diversamente servito Dio; gli uni con un’umile costanza ed un eroismo oscuro; gli altri collo splendore del genio e dell’illustrazione, tutti egualmente preziosi agli occhi del Signore, e onorati nella sua Chiesa. Quantunque non iniziato agli Ordini Sacri, egli aspirava dal fondo del cuore a celebrar la gloria di Gesù Cristo: compenetrandosi delle chiarezze divine, onde le Sante Scritture illuminano l’intelletto del Fedele sinceramente sottomesso, Colombo non si restrinse a frugar solamente nella biblioteca: visse la vita cenobitica, associato agli uffici ed ai posti della Comunità; conobbe lo spirito di san Francesco, e ne affezionò l’Ordine, la regola e l’abito.

Anche il padre Juan Perez amò in Cristoforo Colombo l’uomo, come già ammirava il cosmografo, il poeta, il genio superiore. Noi non istiamo in forse a dirlo: egli lo amò tanto più, perché, essendo suo confessore, pote vedere a nudo la sua fede rimasta