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130 libro primo


Devoto di cuore alla regola del suo istituto, questo Religioso offiriva alla comunità l’esempio di un perfetto discepolo di san Francesco: la fama della sua pietà si era distesa lungi dal chiostro della Rabida: era stato improvvisamente chiamato alla corte. La regina Isabella lo aveva a più riprese chiesto de’ suoi consigli, e faceva di lui tanta stima, che avealo scelto a proprio confessore; ma l’umile Francescano non potè sopportare il romore della corte: aspirava unicamente alla calma del suo chiostro, e le sue istanze gli ottennero finalmente di rientrarvi. La Regina non l’onorava solamente qual uomo di una santa vita, ottima guida spirituale e gran teologo, ma eziandio teneva in sommo pregio la sua modestia, la quale non poteva però nascondere interamente la sua scienza; e lo aveva in conto di un valente astronomo, e di un altrettanto eccellente cosmografo. La testimonianza ch’ella rese contemporaneamente alla sua scienza ed alla mansuetudine del suo carattere è giunta sino a noi.

Questo Francescano si chiamava frate Juan Perez de Marchena.

Fervorosa pietà non aveva spenta in lui la inclinazione alle matematiche; e l’addentrarsi che faceva nelle scienze esatte non pregiudicava punto al suo amore per le lettere. Non si può mettere in dubbio la moltiplicità del suo sapere. L’arcicronografo imperiale Oviedo dice che «questo religioso era gran cosmografo;» lo storiografo reale don Antonio de Herrera aggiunge, che egli era «grande umanista,» vale a dire erudito e letterato. Lo storico delle Indie, Lopez de Gomara, mentova anch’esso la sua letteratura e la sua specialità nelle scienze. Rispetto all’eccellenza della sua virtù, essa fu accertata al sommo pontefice Leone X dal primo vescovo delle Antille: Monsignore.Alessandro Geraldini parla «della sua vita pia e della sua santità conosciuta ovunque.»

Indicata la superiorità intellettuale e ascetica di questo Francescano, lo si può seguire coll’imaginazione sul tetto, ove nella sua qualità di astronomo, egli aveva costrutto un osservatorio: non usava delle sue prerogative di superiore che per ampliare il campo delle sue meditazioni e prolungare l’ore de’ suoi studi.