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capitolo terzo 123

certa compiacenza, che il compagno ch’ella si era scielto non aveva mai messa camicia cui non avess’ella fatta colle proprie mani. Una pudica delicatezza le impediva cedere ad altre le cure della persona del suo volubile consorte.

Si può dire che la qualità dominante ed istintiva d’Isabella era un santo pudore. Le sue eccessive suscettività avevano vietato alle sue dame di entrare nel suo gabinetto mentre si vestiva. Le più gravi esigenze della malattia non carpivano veruna concessione alla vigilanza della sua castità.

Con siffatta superiorità di carattere, e con una impeccabilità di diportamenti cotanto ammirata, Isabella aveva fatto della sua corte una scuola d’onore; coltivava gl’intelletti, umanizzava le anime, temperava le spacconate così abituali al coraggio castigliano, e così nocive alla pace delle famiglie, ed avvezzava gli spiriti alla sommissione. La concentrazione dei poteri, non che la regolarizzazione delle forze e dei mezzi esecutivi impressero alla dignità regia d’Isabella un carattere di gagliardia e di maestà sin allora sconosciuto.


§ V.


Isabella voleva estirpare dall’Europa il Corano, che fioriva da secoli nella Penisola spagnuola: nondimeno, avara come una madre, del sangue de’ suoi sudditi, ripugnava a rompere guerra senza una necessità assoluta; ma accecati dall’orgoglio, i Mori medesimi tramarono la propria rovina.

Dopo chiesta la rinovazion di una tregua da lungo tempo spirata, improvvisamente, senza denunzia di guerra, gli Arabi, a tradimento e per sorpresa, occuparono la città di Zaccara. Questa perfida aggressione non rimase impunita. La presa di Alhama, rinomata per bagni magnifici, rispose in breve a cosiffatta sfida. Da quel momento la guerra continuò intermittente, accidentata, irregolare, come il suolo e il clima di quelle contrade. Isabella si propose, poichè fu costretta a prendere le armi, di non deporle se non dopo avere scacciata la mezza-luna fuori della cattolica Spagna: si munì perciò di una nuova armatura, la qual si vede tuttodì nell’arsenale di Madrid. La sua spada evvi più lun-