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118 libro primo

anni, fa stampato con titolo di Ordenanzas reales. Isabella fondò cattedre di diritto; e, affine d’incoraggiare questo studio, riservò tutte le magistrature ad uomini provati da gradi conferiti pubblicamente. Ella medesima assisteva spesso agli esami, ed al conferimento dei gradi, i quali erano i soli che menassero alle pubbliche cariche. I giureconsulti crebbero in favore, ed ogni dottore in diritto ebbe grado di cavaliere. Ne’ suoi viaggi la Regina si faceva talvolta portare a palazzo tutte le carte di un processo per rivederle, e per conoscere ocularmente come fosse stata amministrata la giustizia.

Ma i grandi feudatari della Corona, che si attribuivano nelle loro signorie diritto di alta e bassa giustizia, considerarono come un attentato ai loro privilegi questa riforma della pretesa giustizia che veniva resa in loro nome nelle loro castellanie. Molti di que’ baroni ostentavano lusso principesco, e avevano eserciti a’ loro stipendii ed anche flotte: le loro particolari dissensioni straziavano lo Stato; prestavano il loro concorso aire, ma facendosi pagar caro la fedeltà da lor dimostrata nelle circostanze difficili.

Affine di ridurli all’obbedienza, senza usare della forza, Isabella, convocò le Cortes a Toledo. Quivi furono vietate quelle fortificazioni, mercè cui duravano impuniti malfattori decorati de’ primi titoli della nobiltà. Quivi vennero similniente proscritte le formole regie che certi baroni osavano adoperare nelle loro lettere. Per imporre un freno agli assassinii, denominati combattimenti singolari, venne proibito il duello, che fu qualificato alto tradimento.

Già era stato decretato l’appello alla giustizia reale da ogni sentenza pronunziata negli Stati di Castiglia. Siccome certi giudici traevano un lucro abusivo dalle spese di giustizia, la Regina ne fissò la tassa, o tariffa legale. Isabella volle allargare a tutti i suoi Stati questo nuovo reggimento amministrativo, e sottoporvi anche la Galizia, che, per una eccezione secolare, si era sempre sottratta all’autorità reale.

Durante l’assenza di Ferdinando, sendo la Regina a Valladolid, mandò il licenziato Garcia Lopez di Chinchilla, uomo fermo e versato nel diritto, assistito dal conte Ferdinando de