Pagina:Cristoforo Colombo- storia della sua vita e dei suoi viaggi - Volume I (1857).djvu/104

96 libro primo

sia di ciò, il 19 agosto, comprò da Corrado di Cuneo una terra posta in Valcalda, soggetta a canone verso la prebenda canonicale di S. Giacomo e S. Filippo, mediante la somma pagata in contanti di dugento cinquanta lire moneta di Savona. Il venditore ne diè quietanza alla presenza di mastro Giovanni di Rogero, e dei due testimoni Giacomo Ferraro e Giacomo Lamberto, cittadini di Savona. Ma, ohimè! questi agi improvvisi di Domenico Colombo, e questo pagamento a contanti della terra da lui acquistata erano illusioni! È da credere che facesse capitale di una promessa che gli mancò nel punto di firmare il contratto: talchè, dopo la quietanza data dal venditore, immediatamente nella medesima stanza, davanti ai medesimi notare e testimoni, il povero Domenico fu obbligato di riconoscersi debitore di quelle dugento cinquanta lire; e promise pagarle col mezzo del suo lavoro, nello spazio di cinque anni, dando al venditore, ogni anno a S. Michele, una quantità di panno che doveva valere cinquanta lire, secondo il giudizio de’ periti stimatori Cristoforo Barucio ed Enrico Berto.

Tuttavia, nonostante i suoi sforzi, il vecchio scardassiere non potè pagare a S. Michele la prima rata del suo debito col convenuto panno: suo figlio Giovanni Pellegrino, mancò in quel frattempo a’ vivi.

Tre anni appresso, Domenico dovette vendere la casa con giardino che possedeva ancora a Genova fuor della porta di sant’Andrea. Siccome questo immobile serviva di guarentigia ai diritti dotali di Susanna Fontanarossa, così fu voluto il consenso di questa. Malgrado quest’altra vendita, il vecchio Colombo non giunse ad estinguere i suoi debiti anteriori, e rimase col peso di que’ che aveva contratti per l’acquisto del piccolo podere di Valcalda.

Venendogli meno coll’età le forze, dovette rinunziare a coltivare per sè la sua terra, e gli fu mestieri farla lavorar da altri. Il 17 agosto 1487, nello studio di Ansaldo Basso egli l’affittava a Giovanni Picasso, figlio di Ode: poco dopo non potè continuare il suo mestiere di scardassiere, e sen dimise senza avere avuto la soddisfazione di avviare in esso il suo più giovane figlio Giacom, la cui delicata costituzione esigeva i maggiori risguardi.