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capitolo secondo 25

del globo, si erano congiunti, moltiplicati dal suo genio, trovati strani, e preziosi per la scienza.

Colombo possedeva sin d’allora una certezza scientifica, non convalidata peranco da testimonianze nè da veruna osservazione, ma che non era per questo men sodamente stabilita nel suo spirito, che al di là della gran terra, donde scorreva cotesto immenso fiume, si estendeva nuovamente l’Oceano: lo sapeva; noi lo proveremo più innanzi; lo sapeva e lo aveva affermato.

Attraverso le infermità che gli sopraggiungevano, colpivanlo certe chiarezza improvvise, fecondate dalla potenza di Lui donde scende ogni lume ed ogni dono perfetto; sicchè intravvedeva molto più di quello che diceva.

L’importanza di questo terzo viaggio era già tale da intercludere la possibilità ad ulteriori grandi scoperte: il messaggero della croce non lasciava che poco da fare alle seguenti generazioni: la merce di lui, il mondo intero era oggimai aperto all’investigazione dell’uomo.

Si vuol notare che la relazione di Colombo sopra il suo terzo viaggio, cotanto comentata e censurata da certuni, non era stata studiata tranquillamente nel silenzio del gabinetto; sibbene improvvisata da rapida penna durante la navigazione: l’Ammiraglìo, giacente ammalato nella sua cabina, l’aveva dettata ad uno de’ suoi due segretari, Diego de Alvarado, o Bernardo di Ibarra. Questo documento scaturì di getto sotto la pressione di grandi pensamenti: la grande erudizione di Colombo vi spiccherebbe1, se il sapere non iscomparisse interamente dinanzi la grandezza della sintesi, la profondità delle rivelazioni, la novità degli aspetti offerti alla riflessione de’ contemporanei. Questo documento contiene prove che lo chiariscono composto durante il tragitto dalla Margherita all’isola Spagnuola.

  1. In questo dettato Colombo cita occasionalmente e senza neppur pensare all’erudizione di cui dà saggio: le Sacre Scritture, la Storia Romana, Tolomeo, Strabone, Sant’Ambrogio, Beda, Sant’Isidoro, Scott, Nicola di Lira, Averroe, Aristotele, Seneca, il cardinal Pietro d’Ailly, Sant’Agostino, il libro d’Esdra, Francesco di Mairones, ecc.