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412 libro quarto

Gonzalez de Mendozza, Cristoforo Colombo, Gonzalvo di Cordova, la regina Isabella, il duca d’Alba, l’arcivescovo di Granata e l’ammirabile cardinale Ximenes de Cisneros.

Fu gastigato dai desiderii del proprio cuore. Il vecchio Ferdinando aspirava all’amore, lorchè non poteva neppure ispirare fiducia, e trovar amicizia. Affrontando l’opinione della corte, il sentimento dei popoli, l’imagine sempre viva della Regina adorata, che l’onorò di un’affezione di cui non era degno, questo abile calcolatore unì ciecamente i destini della sua vecchiezza coi capricci di una principessa diciottenne, esigente e frivola, Germana di Foix; poco dopo ridotto a cercare nel lavoro un alleviamento ai cruci domestici. L’astuto Monarca non aveva avuto che uno scopo, quello di fondare la più potente monarchia d’Europa, affine d’immortalare il suo nome; ed ecco che vedeva lo scettro, presso a cadergli di mano, passare al figlio del suo nemico1; a questo erangli riuscite le lunghe previsioni, i tanti sforzi, le malizie, le astuzie diplomatiche! Ferdinando non poteva senza turbamento fermare, il pensiero sul passato, e neppure senza tremare considerar l’avvenire.

Se fossegli consentito di scegliere tra le sciagure di Colombo e le prosperità de’ suoi nemici, qual uomo ragionevole non preferirebbe i patimenti di quello al trionfo di questi? La vita di Colombo, ripeteremo, racchiude sotto tutti gli aspetti, un’alta lezione per la filosofia della storia.


§ II.


Volgiam ora i nostri sguardi sulla posterità dell’Araldo della Croce.

Dopo i giorni concessi al primo dolore, don Diego, figlio primogenito di Cristoforo Colombo, ed erede del Vice-rè delle Indie, della dignità di grande Ammiraglio dell’Oceano, del governo perpetuo delle isole e della terraferma, a termini delle

  1. Il giovine principe Carlo, suo rampollo, figlio di una figliuola che egli non amava, e di un genero cui abborriva: doña Juana la pazza, e l’arciduca Filippo il Bello.