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316 libro quarto

lità di primogenito, perchè la pensione della vedova dell’Ammiraglio delle Indie doveva esser pagata dal suo successore nell’ammiragliato, continuatore de’ suoi titoli e de’ suoi privilegi; Conchiuderemo che quest’ultima calunnia degli ultimi biografi di Colombo non cadde mai nell’animo de’ suoi persecutori, ne durante la sua vita, nè durante l’esistenza della sua stirpe diretta: lo spirito di falsa critica e di vana erudizione l’hanno creata a’ dì nostri.

Nondimeno, per giudicare sino all’ultimo istante del carattere di Colombo, questo testamento è di grande importanza. Le date non vi sono meno significative delle medesime espressioni. Le date attestano l’invariabile determinazione del testatore. Ciò che aveva scritto nel 1501, prima della sua ultima spedizione, lo ha confermato nel 1505. Ciò che aveva confermato allora, lo riconfermò nel 1506, coll’atto di deposito fatto «la vigilia della sua morte.» La immutabilità della sua intenzione fa prova della costanza di volontà e precision di ragione che n’era la causa e formava il fondo della sua energia.

Questa consacrazione delle sue ultime volontà, in tai circocostanze solenni, dinanzi al notaro regio Pedro de Hinojedo, viene, giustificandolo, ad autorizzare ciò che abbiamo già affermato rispetto al candor sublime ed all’indole amorevole di Cristoforo Colombo. A giusta ragione l’abbiamo detto suscitato dall’alto, infiammato per la gloria del Verbo divino, e tale che sottometteva la sua scienza alla fede, il suo genio all’umiltà.

Non v’hanno ipocriti sotto la sindone della morte: non si dissimula più sulla soglia dell’eternità. Ora, coll’atto di deposito fatto «la vigilia della sua morte» il Rivelatore del Globo provava per l’ultima volta il carattere sovrumano della sua scoperta. Egli replicava in faccia alla tomba ciò che l’ingratitudine della corte lo aveva costretto di scrivere al Re ed ai suoi consiglieri: «per la volontà di Dio, nostro Signore, io ho dato al Re ed alla Regina le Indie, come cosa ch’era mia: posso dire così, perchè...1»

  1. “Digo serví, que parece que yo por la voluntad de Dios Nuestro Señor se las di, como cosa que era mia, puédolo decir, porque...” — Testamento y codicilo del almirante don Cristobal Colon, otorgado en Valladolid. Coleccion diplomática, docum., n° clviii.