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capitolo nono 313

credulità e le beffe. Ell’aveva affrontato l’opposizione della famiglia, delle amiche, l’opinione del mondo, il ridicolo, facendosi una gioia segreta d’ogni suo sacrifizio; e, nondimeno, per dimostrargliene la sua riconoscenza, Colombo, poco dopo il suo matrimonio, si allontana da Cordova, non vi ritorna quasi mai, e non vi dimora più. Ed era perchè egli non apparteneva più a sè medesimo, e doveva tutto consacrarsi a’ servigi dei Re, lo che tornava quaggiù a gloria di Dio, a crescimento della Chiesa; sacrificava la sua felicità domestica al bene del genere umano. Come gli apostoli si erano separati dalle mogli e dai figli per andare a diffondere fra le nazioni la buona notizia, Cristoforo Colombo, anch’egli pospose le dolcezze terrene, e la domestica felicità al suo sublime apostolato.

Nonpertanto, nel punto che intraprendeva la sua ultima esplorazione, la più ardita e pericolosa, mentre scriveva le sue intenzioni testamentarie, ricordando i lunghi sacrifizi, il silenzioso attaccamento di Beatrice, l’abbandono in cui l’avea lasciata per tanti anni, pensando che non le aveva costituito uno stato vedovile nel suo atto di maggiorasco, Colombo fu preso da un intimo cruccio, da uno scrupolo di cuore: temette di apparire ingrato; di aver realmente trascurata troppo colei che gli si era sacrificata, ebbe paura di non avere abbastanza conciliato i risguardi dovuti alla sua compagna colle esigenze del servizio di Dio.

Non potendo oggimai modificare, rispetto al fondo, la sua istituzione di maggiorasco, conosciuta dai Sovrani e dalla Santa Sede, in favore della nobile Beatrice, la quale non dimandava nulla, dovette limitarsi a raccomandarla al suo erede universale, in tali termini da rendere doppiamante obbligatoria la sua volontà testamentaria. E questo era, dic’egli, a sollievo della sua coscienza: ricorda in due parole di quanto le va debitore: e siccome non giudicava conveniente consegnare in quell’atto di ultima volontà il perchè di tal sua raccomandazione, stimò bastasse dire: «Non è dicevole scriverne qui la ragione1

  1. “La razon dello non es licito de la escribir aqui.” — Ultimo articolo del testamento olografo scritto e ricopiata da Colombo il 25 agosto 1505. — Coleccion diplomatica, docum., n° clviii.