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310 libro quarto

traversie e dolori senza nome, la sua conservazione sino a quel punto potrebbe sembrare un fenomeno. Inoltre egli portava nella sua propria sensitività, nella sua compassione ai mali altrui, la causa di una distruzion imminente.

In breve conobbe che nessun umano soccorso poteva ristorare in niun modo la rovina di un corpo logoro in tutto il suo organismo; rilesse per l’ultima volta il suo testamento, e non vi trovando cosa da mutare, volle farne deposito autentico.

Il dovere ci trattiene per brevi istanti davanti a questo atto di ultima volontà, che fu appiglio alle accuse più temerarie contro la purezza di questo gran servo di Dio.

Washington Irving pretende che «la vigilia della sua morte, fece un codicillo definitivo e regolare.» Questo autore aggiunge: una clausola di questo testamento «raccomanda alle cure di don Diego Beatrice Enriquez, madre del suo figlio naturale, don Fernando. Le sue pratiche con lei non erano mai state legalizzate dal matrimonio; e, sia per conseguenza di questa circostanza, sia che avesse da rimproverarsi di averla trascurata, pare fosse tocco da viva compunzione intorno a ciò ne’ suoi ultimi momenti1

    piaga nascosta del suo cuore. Nella coraggiosa sua Storia di San Pio V, questo nobile difensore del cattolicismo ha indicato questa causa intima di patimenti, che era sfuggita alla sagacità di tutti i biografi di Cristoforo Colombo. Subito al primo colpo d’occhio si riconosce in questo addentrarsi nell’anima dell’Eroe, la finezza del tatto, un sicuro giudizio. un delicato apprezzamento, fatti risaltare dall’elegante vigoria dello stile che furono le primizie del gran carattere, e della seducente eloquenza che il signor di Felloux doveva manifestare nei giorni più tristi della nostra repubblica; e fare che dopo la sua troppo sfuggevole comparsa sulla scena politica, nelle nostre ricordanze restasse egli come la sola, incontestabile e completa superiorità posta in luce dalla rivoluzione del febbraio 1848. — In tale occasione è curioso il riconoscere col fatto che il solo gran talento prodotto sotto la repubblica non era quello di un repubblicano.

  1. Washington Irving, Storia della vita e viaggi di Cristoforo Colombo, t. IV, lib. XVIII, cap. iv, p. 37.