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296 libro quarto

incatenato senza saperne il perchè; che le loro Altezze, nell’esprimergli a viva voce e per iscritto il dispiacere che sentirono per tale trattamento a lui fatto, gli avevano promesso di rintegrarlo nell’esercizio del suo potere e delle sue dignità.

Anzichè far le mostre di respingere o stornare un tale richiamo, Ferdinando ne riconosceva la giustizia, e pareva incoraggiarlo a lamentarsi dello stato in cui si trovava; ma non andava più in là. Tutte le volte che l’Ammiraglio si presentava alla corte, il Re accoglieva con estrema cortesia le sue istanze, e gli rispondeva parole officiose. Quando egli cominciava le sue lamentanze, anche il Re aveva da offerirgli nuove gentilezze lusinghevoli, e tali da suscitar nuove speranze: contuttociò l’affare non moveva passo.

Finalmente, vedendo Colombo che i suoi diritti non avevano forza, dappoichè gli mancavano i mezzi da farli valere, tentò di rimettersene alla generosità propria del Re: gli disse, per evitare le lentezze di una lite, di fissare egli stesso ciò che a lui si doveva, perocch’era estenuato dalle fatiche, dalle infermità; e sospirava il termine di quella contesa per potersi ritirare in un cantuccio ignorato, e morirvi in pace.

ll Re gli rispose graziosamente che non voleva privarsi ancora de’ suoi servigi; che pensava a soddisfarlo sotto tutti i rispetti; che non poteva dimenticare di andargli debitore delle Indie, e che pensava non solamente di concedere a lui tutto ciò che gli apparteneva legalmente in virtù de’ suoi privilegi, ma di guiderdonarlo altresì con beni propri della corona1.

Dopo sicurazioni così formali esprimere un dubbio sarebbe stata un’offesa. Bisognava tacere e aspettare. D’altronde, se dopo morta Isabella i grandi lo abbandonavano, gli rimaneva però il suo antico amico Diego di Deza. L’Ammiraglio era altresì in grande estimazione ed amore presso l’illustre francescano2 Fran-

  1. Herrera, Storia generale dei viaggi e conquiste dei Castigliani nelle Indie occidentali. Decade, 1, lib. VI, cap. xiv.
  2. “Egli era molto amato altresí da Francesco Ximenes, arcivescom di Toledo, religioso dell’ordine di San Francesco.” — Herrera, Storia generale delle Indie occidentali, Decade 1, lib. VI, cap. xiv.