Pagina:Cristoforo Colombo- storia della sua vita e dei suoi viaggi - Volume II (1857).djvu/283


capitolo settimo 263


Finalmente l’Ammiraglio arrivò alla piccola isola Beata, donde per la via di terra, fece avvertire il governatore del suo giungere; indi, continuando la navigazione, si ancorò il 13 agosto nel porto di San Domingo.

ll governatore con gran corteo, accompagnato da tutti i magistrati e dai notevoli abitatori, trasse a incontrare Cristoforo Colombo. Fu accolto con indubbie dimostrazioni di rispetto. Le genti di mare onoravano in lui il navigatore incomparabile; i Francescani, il messaggero della salute, precursore della loro futura predicazione: il popolo salutava in lui la maestà della sciagura; il suo infortunio gli riguadagnava tutti gli animi. Ovando albergo l’Ammiraglio nel palazzo del governo, e gli diede banchetti e feste.

Nonostante l’apparenza di queste buone relazioni, l’Ammiraglio, che vedeva sempre il fondo delle cose, sapeva ridurre al loro giusto valore le dimostrazioni di Ovando. E dal canto suo, il governatore non poteva credere che l’Ammiraglio non cercasse di accaparrarsi gli animi nell’isola, speranzoso di esservi in breve rimesso nel possedimento de’ suoi diritti; perocchè Ovando era stato nominato per due soli anni.

In breve l’Ovando volle mostrare a Colombo ch’egli era realmente il governatore della Spagnuola: sollevò una quistione di competenza, e pretese istituir egli il processo a Porras, per la ragione che la costui ribellione er’avvenuta nel territorio della sua giurisdizione: esigette che il prigioniero gli fosse consegnato; e, dopo il primo esame, lo fece porre in libertà, senza far altro, nè scrivere .la menoma cosa1. Andò anche più in là; parlò di far carcerare e porre in giudizio quelli che avevano preso le armi

    prova della sua sincerità. Egli aveva scritto per il Santo Padre tutti i suoi viaggi, alla maniera dei commentari di Cesare, cioè in terza persona. In questo stesso momento egli completava il suo lavoro colla storia della sua quarta spedizione; e la forza dell’abitudine avrà sorpreso una fiata alla sua penna, scrivendo ai Re, questa forma di stile, che non era destinata per esse.

  1. Cristoforo Colombo. — Lettera a suo figlio don Diego, datata da Siviglia il 21 novembre 1504. — Cartas del Almirante.