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capitolo quinto 233

monte1, malcontento di sè medesimo e credendo di rimediare al suo fallo con un delitto, si associò al complotto. Eccettuati questi due ufficiali essi non poterono guadagnare alcuno de’ membri dello stato maggiore; sibbene nella maestranza e fra’ marinai tirarono a sè quanti erano in voce di più gagliardi e più ardimentosi, il mastro bottaio di Siviglia, Juan Noya, il mastro armaiuolo di Siviglia, Juan Barba, uomo sfacciato, Gonzalo Gallego e Francesco Cordoba, che furono disertori, Andrés e diversi altri marinai e mozzi, tutti del porto di Siviglia o dei dintorni. Questo complotto, a cui presero parte unicamente sivigliani, venne ordito sulle prime alquanto lentamente, affine di assicurar meglio il segreto: gli affiliati erano istrutti delle malevolenze che gli uffici della marina portavano all’Ammiraglio.

I Porras dicevano, a voce bassa, che l’Ammiraglio li riteneva miseramente accampati sul carcame fradicio delle due caravelle, affine di aver buona compagnia e formarsi una guardia, perch’era esiliato nè poteva ritornare in Castiglia; ch’eragli anco vietato andare alla Hispaniola; che n’era stato scacciato e il governo di essa dato ad un altro; che aveva mandato le sue due creature affezionato, Mendez e Fieschi in Ispagna, affine di veder modo di ammansare i Monarchi; e che manifestamente erano quivi sacrificati tutti al suo interesse personale. A poco a poco batterono in breccia la sua autorità, ricordando in qual modo gli uffici della marina costumavano trattare quel genovese, e come Roldano lo avesse costretto a rintegrarlo nella sua carica. Nessuno, inoltre, de’ marinai di Siviglia poteva ignorare le mene di cui era oggetto l’Ammiraglio; i sosptti e le umiliazioni senza fine che gli erano state inflitte: compresero che l’odio dell’ordinatore generale, Fonseca e la bellezza della sorella dei Porras2 difenderebbe la loro causa e farebbe lor per-

  1. Nella sua millanteria aveva detto con aria vittoriosa che acconsentiva, ove il Quibian fuggisse, gli fosse strappata la barba a pelo a pelo. Las Casas, la Historia de las Indias, lib. Il, cap. xv. Ms.
  2. “Hallarian al obispo don Juan de Fonseca, que les favoreceria y aun al tesorero Morales, el cual tenia por dama una hermana de los Porras.” — Fernando Colon, Historia del Almirante don Cristobal Colon, cap. cii.