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218 libro quarto

di Veragua, e l’esistenza di un mare inesplorato dall’altro lato del Nuovo Continente? L’Ammiraglio non aveva più nè scialuppa nè nave che potesse tentare il viaggio dalla Giammaica alla Spagnuola, quaranta leghe di un mare fortunoso, e contro la forza delle correnti e dei venti d’est, che spesso obbligano una nave perfettamente equipaggiata a più di un mese di lotta continua. Egli era mesto a motivo di questo suo stato quasi umiliante pel vincitore del mar tenebroso; era mesto per la sua lunga privazione dei Sacramenti della Chiesa e de’ conforti spirituali; mesto, sopratutto, perchè questo esilio ignorato, il cui termine era indefinito, ritardava viemaggiormente la liberazione de’ Luoghi Santi, tanto sospirata dalla sua pietà.

Nelle incertezze di questo suo stato, ad ogni buon conto scrisse ai Re cattolici il riassunto della sua esplorazione, chiedendo soccorsi che lo traesser di là.

Che Colombo abbia approntato un messaggio, non ostante l’impossibilità di farlo pervenire ai Re, è cosa che deve parer singolare: nessun altr’uomo in simile condizione avrebbe pensato a ciò1, perocchè il mezzo di trasmetterlo trascendea le forze umane: perciò, quantunque avvezzo a’ favori celesti, nello scrivere la sua lettera ai Re, Colombo diceva che se lor perveniva sarebbe stato un miracolo2.

E, infatti, unicamente per miracolo giuns’ella nelle loro mani;

Questa lettera, per lungo tempo obliata, sebbene sia stata stampata in Ispagna3, menò gran romore quarantacinque anni

  1. “Y tan apartado de los santos sacramentos de la santa Iglesia que se olvidará desta anima si se aparta acá del cuerpo.” — Cristoforo Colombo, Lettera ai Re Cattolici, scritta dalla Giammaica il 7 luglio 1503.
  2. “Mando questa lettera per mezzo e per mano degli Indiani; se giunge, sarà un miracolo.” Quarto viaggio di Cristoforo Colombo. — Traduz. dei signori di Verneuil e de la Roquette, membri dell’Accademia reale spagnuola di storia.
  3. Fernando Colombo accerta che questa lettera fu stampata nella sua Biblioteca occidentale, Leon Pinelo dice che questa lettera fu stampata in formato di 4°: l’originale era passato alle mani di don Lorenzo Ramirez de Prado; lo stampato vendevasi alla libreria di Giovanni di Saldierna. In Italia, Costanzo Bainera di Brescia, la tradusse; fu poi stampata