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208 libro quarto

diani, l’uno all’altro fortemente, costrusse con tavole un cassero, su cui imbarcò la polvere, il biscotto, gli utensili, gli oggetti di cambio, fece con corde affrancare barili d’olio, di vino, di aceto; e appena il mare diventò quieto, il canotto del Galiziano, condotto dai migliori rematori rimorchiò questa zattera e la condusse alle caravelle: poscia, tornò successivamente a cercare quant’altro poteva essere imbarcato. In sette viaggi ogni cosa fu trasportata.

Diego Mendez ebbe il coraggio di rimaner ultimo a terra con cinque uomini, a vigilare, perchè nulla andasse perduto. Era stato cavato dal Galiziano tutto ciò che poteva riuscir utile: il corpo della nave, traforato e aperto da tutti i lati, fu abbandonato. I reduci furono con gioia incredibile accolti dai compagni che li aveano creduti morti. L’Ammiraglio, pieno di affezione pe’ suoi servi e di attaccamento verso chi faceva il proprio dovere, ringraziò pubblicamente Diego Mendez; e durante la sua allocuzione lo abbracciò cordialmente più volte e lo baciò sulle due gote1: lo nominò suo capitano di padiglione, gli diede il comando della Capitana e godette in moltiplicare i segni della confidenza di cui l’onorava.


§ IV.


Verso il cadere dell’aprile, nella notte del santo giorno di Pasqua, l’Ammiraglio in nome della Santa Trinità, diede l’ordine della partenza.

Le tre caravelle spiegarono le logore vele, e si drizzarono all’Hispaniola, ove importava di andare il più presto per raddobbarsi e vettovagliarsi.

  1. Diego Mendez. — “Lo cual el Almirante tuvo á mucho, y no se hartaba de me abrazar y besar en los carillos por tan gran servicio corno allì le hice, y me rogó tomase la capitania de la nao Capitana, y el regimiento de toda la gente y del viage.” — Relucion hecha por Diego Mendez, de algunos acontecimientos del ultimo viage del Almirante don Cristobal Colon.