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206 libro quarto

dare di essere rimesso ne’ suoi poteri, nelle sue dignità, nei suoi onori, e per chiedere qual compimento di giustizia, il castigo de’ suoi nemici.

Non vi ha qui, nè allusione astuta, nè mezzo indiretto; le vie oblique non piacquero mai a Colombo; l’apologo e la finzione non gli furono familiari.

Inoltre, quando mai la dissimulazione e l’impostura ispirarono il sublime? Unqua fu vista simile grandezza d’imagini vestire la menzogna e assicurarle gli omaggi e lo stupore dell’ammirazione? Chi può dubitare della realtà di questa visione, se non coloro che radicalmente negano il sopranaturale? Ciechi infelici, privi dello sguardo interiore, e manchevoli del senso religioso, ch’è l’essenza della ragione umana! Chiunque ammette la Rivelazione, e crede alle apparizioni di cui furono favoriti i Patriarchi, all’ispirazione de’ Profeti, agli invisibili conforti dei Martiri, ai prodigi operati dai Santi, non esiterà. ad ammettere la visione raccontata da Cristoforo Colombo, nè dubiterà di quelle sue parole che ben si ponno riferire ma non inventare.

Lasciando anche da parte l’intervento divino, e la realtà della voce che Colombo udiva durante l’infuriare della tempesta, gl’increduli non hanno ragione di mettere in forse la rettitudine dell’Ammiraglio: perocchè evidentemente, nel sonno di quella luminosa intelligenza, il pensiero cristiano colla sua forma biblica d’imagini, doveva sussistere. Colombo rimaneva lo stesso non ostantechè sopito; se quella visione non fu che un sogno assumette proporzioni convenienti all’anima del rivelatore del Globo, sublime come il suo genio, nobile come le sue intenzioni. Durante quella luminosa visione, il messaggero della croce udì parole degne dell’anima sua, capaci di rialzare il suo cuore abbattuto e di rimanere perpetuamente impresse nella sua memoria.

Ciò che racconta Colombo avvenne mentre dormiva: non fu neppure precisamente una visione come quella del padre dei credenti o d’Israele, avo delle dodici tribù; e neppure un vento pari a quello che soffiò sul Profeta della desolazione; era una voce: Cristoforo Colombo non riferisce ciò che ha sentito, o ciò che ha veduto, ma semplicemente ciò che ha udito fides ex auditu.