Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
188 | libro quarto |
Dio la concedette loro affine di conservarli in vita1: ma per ristorare le loro forze, non avevano che viveri corrotti e insufficienti.
Nonostante il quietare dell’aria, il sereno non ricompariva, l’orizzonte rimaneva cupo, una luce verdastra trascorreva sulla liquida pianura, della quale pesci-cani solcavano qua e là il torbido cristallo, sporgendone fuori tratto tratto le negre orride schiene: in breve, quasi convitati a sicura preda, quelle tigri dell’Oceano, che vanno ordinariamente sole, comparvero in sì gran numero intorno alle caravelle, che il loro adunamento riuscì a’ marinai di funesto presagio: ma l’Ammiraglio ne ravvivo il coraggio. Siccome non si avevano viveri freschi, fece pigliare alcuni di quegli insecutori all’esca di brani di carne corrotta, o con cenci di panno rosso. Il giovane Ferdinando Colombo, a cui quella pesca riusciva nuova, conservò memoria de’ suoi diversi casi. Vid’egli cavare dal ventre di un pesce-cane tartarughe larghe quattro piedi, le quali, vissero ancora lungamente a bordo della Capitana. Fu trovato in un altro pesce-cane, la testa di uno de’ suoi simili ch’era stata gettata in mare, e ch’egli aveva inghiottito. Per quanto ributtante fosse la carne di que’ mostri, pur la fame costringeva a cibarsene2; perocchè dopo otto mesi di mare, e tutte le intemperie patite, le provvigioni di carne si erano, corrotte, e la farina guasta dall’umidità presentavasi piena di vermi: il biscotto era siffattamente coperto di muffa e d’altro di peggio, che l’equipaggio non poteva decidersi a mangiare la zuppa, «a motivo della moltitudine degl’insetti che ne uscivano e cuocevano insieme3.» Gli uni mangiavano chiudendo gli occhi, gli altri aspettavano la notte, affine di non vedere a qual infetto nutrimento fosser ridotti4.
- ↑ Herrera, Storia generale dei viaggi e conquiste dei Castigliani nelle Indie occidentali, Decade 1, lib. V, cap. ix.
- ↑ “Ora quantunque alcuni gli avessero per mal augurio, ed altri per cattivo pesce, tutti nondimeno lor facemmo onore, per la penuria che di vettovaglie avevamo.” — Fernando Colombo, Vita dell’Ammiraglio, cap. xciv.
- ↑ Herrera, Storia generale delle Indie, Decade 1, lib. V, cap. ix.
- ↑ “Io vidi molti, i quali aspettavano la notte per mangiar la mazza-