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164 libro quarto

si sarebbe detto un re pastore trasportato dall’Idumea o dalla Mesopotamia sulle pianure dell’Atlantico.

L’altezza de’ suoi pensieri, essendo in armonia coi lineamenti del volto, v’imprimeva alcunchè di severo, di mortificato, di cavallerescamente pio; e ne trasparivano santità e grandezza. Colombo infatti non offese mai persona, non proferì mai espressione brutale per affermare, certificare o minacciare, ned usava che un solo modo1 «per san Ferdinando!» Nonostante la sua vivacità, l’Ammiraglio «non mandava mai al diavolo,» nè marinaro, nè strumenti, nè manovre, nè contrarietà di bordo o di atmosfera, come si fa perpetuamente, per abitudine, sul mare.

Penetrato della santità del suo scopo, dell’importanza del dovere, del merito dell’obbedienza, avvertiva delle loro colpe i disobbedienti; minacciava di abbandonare a Dio colui che si ostinava a mal fare, o che per negligenza commetteva qualche mancamento. Essendo sempre Dio l’unico scopo delle sue azioni e de’ suoi pensieri, quando comandava qualche nuova manovra, o ch’esigeva qualche fatica, diceva alle sue genti «siam debitori a Dio2» di far così, e si sforzava di inculcare in que’ volgari intelletti la nozione del dovere, di cui la maggior parte non si dava alcun pensiero. Porgendo fedelmente l’esempio di ciò che raccomandava a’ suoi inferiori di tutt’i gradi, quanto più il tempo era cattivo, tanto più si affratellava coll’equipaggio, incuorando i marinai, sostenendoli collo sguardo o colla voce, incoraggiandoli quanto meglio poteva. Se non riusciva sottrarli alle intemperie di quei paesi sconosciuti, almeno divideva con loro ogni sofferenza. I dolori della gotta non iscemavano la costanza cristiana da cui Colombo era sostenuto.

Per colmo di sciagura, in uscir del porto Jaquimo, ammalò gravemente, e corse pericolo di morte. Il sentimento della sua

  1. “Io giuro che mai non lo sentii giurare altro giuramento, che per San Fernando.” — Fernando Colombo, Vita dell’Ammiraglio, cap. iv.
  2. Herrera, Storia generale delle conquiste e viaggi dei Castigliani nelle Indie occidentali, Decade 1, libr. VI, cap. xv.