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che la sua vita fosse stata per avventura agitata e crucciosa, il che trapela dalle stesse sue Rime. Nè la mala fortuna risparmiò mai i seguáci delle Muse; e perciò il Parini sfogò la sua bile contro di esse in quel Sonetto che comincia:
Muse pitocche, andatene al bordello.
Ma di questa mala ventura dei Poeti parmi
trovar una ragione nell’intrinseco di essi
medesimi: giacchè, presi ognora dal fantastico,
poco curano del reale, senza del quale non
si può avere stabile corso di fortuna sulla
Terra. E da questa serie di calamità
poetiche penso derivi ancora quel ridicolo di
cui servonsi gli stolti per dileggiarli;
badando essi all’esteriore, non all’interna virtù
di cui sono pieni coloro che veracemente
Poeti si possono chiamare. E, tornando al
Bucetti, si sa che egli passò in Germania,
ove bene accolto da Carlo Arciduca d’Austria
fu eletto suo Consigliere, il che dichiara
un’Elegia latina di Adamo Bernero
di Slesia, al Bucetti indirizzata. L’amore non
l’abbandonò neppure in questa sua peregrinazione,
e lo segui alla Corte dell’Arciduca,
come è manifesto dai versi seguenti: