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mallevano le virtù degli sposi, e la eccellente educazione con che l’Eccellenza Vostra, unitamente alla Dama sua consorte, seppe crescere una prole per ogni più gentile costume, e più leggiadre qualità, commendevole.

E per venire al nostro Bucetti, detto volgarmente Busetti, mi ricorda aver letto un ragionamento del chiar. Cav. Carlo Rosmini, il quale è come un prodromo all’opera da lui meditata sugli scrittori Trentini, e Roveretani, in cui prende ad illustrare la memoria del Bucetti, inserendovi a modo di saggio alcuni Sonetti erotici del nostro poeta da lui altamente pregiato. Bello senza dubbio era l’intendimento del Rosmini, se tratto a riva avesse il concepimento del promesso lavoro; nè so indovinare la cagione perchè no ’l facesse, essendosi mostrato ottimo biografo, valente storico, e fervido amatore del suo paese. Mi perdoni tuttavia l’amico estinto, se alla Vita di Ovidio preferita avrei quella del Bucetti; perochè le notizie dell’uno presso a poco stavano già nella mente d’ogni uomo che avesse penetrato un po’ avanti nelle lettere latine, dove quelle dell’altro nuove affatto si presentavano. E tra i due Poeti esisteva quella gran differenza notata dall’il-