vetusta città di Trento, col raccogliere, coll’illustrare, col diffondere cognizioni, e libri degni certamente della universale estimazione. E tanto Ella può in mezzo all’alto Ministero che sì degnamente sostiene, per modo che, senza declinare un momento da gravissimi offici, toglie delle ore al riposo per dedicarle a geniali non meno che utilissime investigazioni; onde si può dire di lei, ciò che di sè stesso diceva Tullio: le ore che mi avanzano dalle occupazioni, nelle quali mi tien la Repubblica, le dono allo studio. Impertanto io reputai di secondare la rara inclinazione sua, e darle insieme una prova di quanto io la veneri ed ammiri, col farmi in questa Lettera a riepilogare alcune notizie intorno un Poeta, certo noto a pochissimi, ma che però merita luogo distinto tra gli autori del suo secolo e onore certamente accresce alla serie dei Tridentini. Nè mi si potea poi offerire occasione più acconcia per mandare ad effetto questo mio pensiere, quanto quella delle auspicatissime nozze della prima tra le carissime sue figlie, Annetta, col sig. Barone Lodovico di Handel. Il Poeta di cui scrivo cantò versi d’amore; e amore presiede all’illustre connubio, cui di una costante felicità