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re ogni più bella via di un mondo seduttore ove tutto trae al deserto dell’egoismo. E in vero dovette tornargli assai grave il vedere disconosciuto ogni suo diritto di priorità da un Cooper, il famoso romanziere, il quale senza punto accennare del Beltrami attingeva nella descrizione de’ viaggi e de’ racconti di lui di che animare una facile e fervida immaginazione, traendo in luoghi e fra genti giammai da Cooper visitate. — Nè altrimenti adoperavano il geologo Ruggles e lo stesso giornale Des Débats sempre muti nelle loro scritture intorno al Beltrami, non temendo il secondo con troppo vile adulazione di fare omaggio al generale ambasciatore Cass della scoperta delle sorgenti del grande fiume, sebbene lungo il di lui corso fosse noto come solo giungesse al lago dei Cedri Rossi.

Alcuni non vasti possedimenti lo chiamarono a Filotrano presso di Ancona, ove visse contento di quell’aurea mediocrità, che fu sempre il sogno dei poeti ed il desiderio spesso non sincero di una filosofia tutta profana. Ad una vita balestrata sempre da varia fortuna successero per lui giorni abbastanza tranquilli, nè sappiamo che nube alcuna sorgesse ad intorbidare il sereno di un placido soggiorno in seno a cui toccava l’80.° anno dell’età sua, scendendo nella tomba accompagnatovi dal compianto di tutti che lo avevano in altissima stima e da quello dei poveri avvezzi a riconoscere in lui il generoso loro benefattore.

Fu egli d’animo franco, e sincero, nemico d’ogni blandizia, senza pari d’annegazione. Sebbene dubitasse