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tutte nere si avessero anche prima esemplari, sebbene poco apprezzate appunto pel loro colore.

Intanto non fu città che non visitasse, non luogo che meritevole fosse di speciali considerazioni, che egli non venisse illustrando con quella libertà di pensiero e di parola, che la di lui posizione affatto indipendente gli procacciava. Prima di lui il Barone di Humboldt per anni ben molti aveva corso e studiato quell’immenso territorio, e il viaggio che ne pubblicava riusciva rispetto alle scienze fisiche degno di quella più che umana sapienza: ma in quanto alla parte politica e morale egli doveva piegare alle esigenze del Governo a’ cui ordini obbediva, e il suo dire non è sempre l’espressione più candida della verità. Così notevole era poi la diversità del racconto del Beltrami e dell’Humboldt, che questi standosi a Londra ebbe a muoverne lagnanze col primo, il quale francamente gli dichiarava vera ogni cosa per lui riferita siccome osservata da lui senza le traveggole dell’adulazione. Rimprovero duro e forse non meritato. Chi infatti voglia esaminare con piglio meno severo e con più giustizia l’opera dell’Humboldt, facilmente potrà scorgere in essa dati al Governo di Spagna saggi consigli ed assai utili ammaestramenti, mercè i quali, ove il tempo fosse bastato, migliorare grandemente lo stato di quelle colonie; avvegnachè non sia con esorbitanze, ma con franche a un tempo e misurate parole, che giovi accennare e correggere ogni viziata pubblica istituzione. Ma nondimeno anche la relazione