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cendoli maggiori, e svaniscono dopo di avere ogni cosa fatta peggiore. Dalla città di S. Luigi saliva il Beltrami alla grande diga di separazione fra le acque, le quali colano nell’Atlantico e quelle che si versano nel Pacifico. Questa montagna detta per la sua forma Las Scalieras, riesce l’ultimo gradino sopra la vetta più elevata delle Cordigliere, e dove i due mari non sono nascosti all’occhio dello spettatore, che da quella linea, che posa sull’orizzonte alle più grandi distanze. Di là, sempre scendendo per dirupi e per istrette, toccava l’intrepido nostro concittadino le coste del Grande Oceano, i cui flutti sempre turgidi ed irosi pare tentino abbattere gli scogli che li ricingono, facendoli sempre più irti ed inospiti, a differenza dell’Atlantico, le cui acque, per forza delle correnti di rotazione, mano mano si ritirano aggiungendo sempre nuovi piani al continente. Sostava egli per breve tempo ad Acapulco porto il più sicuro del Pacifico. Colà giungeva ogni anno il grosso galeone solito partire da Manilla carico di ricche merci, specialmente di sete, abbondevole prodotto delle Filippine, dal cui vasto arcipelago il bravo Osculati contava riportare un seme rigeneratore di quella tanto fra noi minacciata coltivazione. Dopo la scoperta di Diaz pressochè tutti i circumnavigatori del globo, spinti da ingorda sete di oro, drizzarono a quella volta il corso loro; ma deh quale differenza! Beltrami piena la mente d’alti pensieri a pro della scienza e dell’umanità, queglino onde predare quell’annua nave accompagnati sempre dai