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quelle vergini menti, sciolto dalle pastoje delle accademie, spiegò libero il volo al primo impulso di favorevoli circostanze, inspirandosi alla imitazione della natura ed alla perfezione di sè medesime. Tropo precettive discipline incatenano l’ingegno e lo rendono minor di sè stesso. Di ciò si ha esempio luminoso nella Nuova Spagna, ove le arti belle fiorirono all’aura solo di molteplici occasioni di lavoro in tempi nei quali alcuna pubblica istituzione non era che le sorreggesse e favorisse. Le pagine intanto del Beltrami, che dicono di questa nobile parte dell’umano sapere, tornano importantissime e lo fanno conoscere, quale infatti egli era, dotato di squisito senso del bello e di una non volgare erudizione.

Costante avanzando nel suo cammino, giungeva egli ai piedi dell’ultima Cordigliera innanzi a cui apresi vasto ridente piano, sui quale sorge la bella, la ricca città di S. Luigi del Potosì, famosa per molte di quelle miniere, onde Spagna traeva tante ricchezze da pareggiare annualmente il reddito dell’intiero regno di Francia. Eppure in mezzo a tanta abbondanza di denaro, che è pur sempre precipuo fondamento della prosperità di ogni Stato, quella nazione declinava sempre d’importanza sulla bilancia politica d’Europa, ognor facendosi più povera e meschina. Vuole il Beltrami, che il gran delitto della conquista pesi ancora su quel regno infelice. Tanto è vero che le ricchezze, le quali non provengono dall’industria, snervano i popoli e li abbrutiscono corrompendone i costumi, passano sopra tutti i vizii fa-