l’Humboldt, che tutti i cereali, meno il maiz, furono in America importati d’Europa, dovendosi ad un negro schiavo di Cortez i primi tre grani di frumento tratti per lui a caso da un sacco di riso, e tenendosi ancora in venerazione a Quito il vaso di Faenza nel quale il padre Rixi di Gand colà trasportava il primo seme del prezioso graminaceo. A svelare più chiaramente l’infelice condizione di quei paesi sotto il governo di quella che meglio matrigna che madre patria doveva chiamarsi, nulla varrebbe più di quanto il Beltrami viene narrando intorno i possedimenti colà distinti col titolo di Haçiendas, dei quali taluni misurano un’estensione pari, anzi d’assai superiore a quella dell’intiera Lombardia, come a cagion d’esempio quella del marchese di Galves dei Carmelitani, del conte di Guadalaxara, del Marchesato del Valle e così via via. Tenuti dai signori di Spagna, che fondavano ogni loro diritto sulla violenza e sullo spoglio operati ai tempi di Cortez a danno di possessori legittimi e pacifici, e governati da agenti prezzolati e lontani, con ogni più dura legge di feudalismo, giacevano nell’inerzia e nell’oppressione, seco traendo le funeste conseguenze di un sistema apertamente in opposizione al principio di ogni più saggia economia, il quale vorrebbe le proprietà fondiarie possibilmente sminuzzate e divise onde s’avvantaggino la produzione ed il consumo. Il marchesato del Valle era stato da Ferdinando assegnato a Cortez in ricompensa dell’operata conquista. Esso comprendeva un immenso territorio con più