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durato. Esso però dovette sostenere prova ben aspra e l’istoria dell’indipendenza Messicana ribocca d’esempi i più luminosi per eroiche gesta come i più vituperevoli per fatti crudeli, vicende inevitabili onde temprare nel sangue e nel fuoco un popolo che vuole rigenerarsi. Sulle ali di un’immaginazione sempre fervida e viva, ed all’aspetto di regioni segnate a caratteri affatto straordinarj e speciali, si piace talvolta il Beltrami spaziare nei campi delle scienze profane e sacre discorrendo intorno la contemporanea creazione dei due mondi ed il modo onde venne operata, come intorno alle origini delle varie specie umane. Dispute piene di contraddizioni, che il Beltrami conchiudeva dicendo di non vedere in tutto ciò che esiste che l’opera di un grande fiat del Creatore. Altro se non più grande, almeno più profittevole ed adatto proposito allo scopo de’ suoi viaggi ed all’indole de’ suoi scritti erano le ricerche storiche intorno ai popoli che primi vennero ad abitare l’Anauhac detto poi del Messico dal nome del condottiero di genti che da lui trassero il nome, e che più tardi, signoreggiando i vicini, si costituivano in regno. Ma per dura fatalità l’istoria della conquista di Spagna è la sola che si conosca da quegli aborigeni. I nuovi conquistatori, giusta le dottrine di Sepulveda, nulla risparmiarono onde ridurli, secondo una loro frase, alla fede di Cristo per via dello spoglio e dell’abiezione, a quella fede che è pur sempre fondata sulla carità e sulla giustizia. Intanto non venne risparmiato alcun monumento, tutto