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le costruzioni colà usate simili a quelle delle Venete lagune, secondo pur leggesi nelle relazioni di Vespucci. Nè altrimenti avveniva di Messico, l’antica residenza dei Montezuma, le cui case allo scrivere di Cortez, scorgevansi erette sopra palafitte, sotto cui potevano entrare i navigli dai laghi che le attorniavano, le cui acque mano mano di poi si ritirarono, onde di presente fondano pur esse sopra solido terreno. È però osservabile che gli Atztechi, erigendo intorno la metà del XIV secolo la città che ora pure sta sopra un gruppo d’isolette, si avvicinassero tanto alle arti usate dagli antichi Veneti, si grande essendone la somiglianza, che al primo vederla ebbero le soldatesche di Spagna a dirla egualmente Nuova Venezia. Penetrando in quelle lagune tutte coperte di canne, e per vie anguste selciate i conquistatori ebbero a soffrirne danni gravissimi, poco mancando venisse meno nel lungo assedio la costanza loro, e perduta n’andasse ogni più illustre impresa di Cortez.

Ma tornando al nostro viaggiatore, superato ogni ostacolo da natura frapposto, eccolo veleggiare in alto mare alla volta di Tampico. Per via gli vien riferito infierire colà la febbre gialla, onde alcuno de’ suoi lo abbandona, colta l’opportunità del consultato naviglio. Egli però non si scoraggiò incontrando animoso il proprio destino. Se a taluni mai è compatibile l’abbandonarsi troppo agli eventi di cieca fortuna, lo è certamente a quelli, che preoccupati di unica idea disprezzano ogni pericolo, volendo pervenire alla pro-