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nulla opponevasi al libero suo sguardo. Mirava a’ suoi piedi divise scorrere le acque in opposta direzione quali al mar Glaciale ed all’Atlantico, quali al golfo Messicano ed al Pacifico. E sovrastando della persona a un mondo intero, nell’estasi dell’ammirazione tutto con lo spirito elevato all’Autore di tanto meraviglie esclamava: oh! come bella è l’opera del Creatore, oh! come sublime lo spettacolo di questi luoghi, la cui maestosa solitudine inspira sentimenti di un’indicibile emozione, di una fede la più viva! Quindi quasi sciogliendo un voto denominava dalla donna del suo cuore Giulia il lago soprastante alle discoperte sorgenti dicendole egualmente sorgenti Giulie della Riviera sanguigna, sorgenti Giulie del Mississipì che in lingua algonchina suona padre dei fiumi. Penso alla grande cerimonia assistessero le ombre di Marco Polo, di Colombo, di Vespucci, di Cabot, di Verazzano, dei Zeno, felicitandosi di vedere nella scoperta di un altro italiano rinnovata la memoria delle antiche lor glorie. Ma è tempo che il Beltrami si riscuota dalla profonda impressione che sull’animo suo operava l’idea di un velo per lui squarciato a tante meraviglie della natura, avvegnachè molto ancora gli resti de’ suoi vasti concetti, e importi che noi ci affrettiamo a seguirlo nel corso che egli primo imprendeva e compiva intero per circa 1200 leghe dalle sorgenti di questo gran fiume sino alle lontane sue foci. Presto sarà, il nostro viaggio, come celere il moto delle acque su cui si compiva.