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di sua carnagione. A Pembenar la spedizione del maggiore Long compiva ogni sua missione, ed il Beltrami onde proseguire alla difficile meta affidarsi doveva ad uno di quella abbietta gente e sospetta dei Bois Brulè quale ad interprete dei due selvaggi, che soli potevano guidarlo ove orma di uomo bianco ancora non era segnata.

Ma sin ora alcuna troppo strana ventura non lo aveva colpito, od avvenimento fuori della sfera solita a consimili imprese. Da qui però incominciano le dure prove che dovette l’intrepido nostro viaggiatore sostenere a cagione degli uomini e della natura. Trascorsi brevi giorni di viaggio d’ogni maniera travagliato su per la Riviera Rossa, l’interprete se ne partiva, e poco dopo i due selvaggi sorpresi da una banda di Sioux, dalle cui fucilate uno di essi veniva ferito, lo abbandonavano egualmente non saprei dire se per tema di nuove aggressioni, o per desiderio di raccogliersi a vendetta presso de’ suoi, certo dando prova di animo sleale e malvagio. Quale si rimanesse il Beltrami all’inatteso abbandono udiamolo da lui medesimo: Eccomi, egli scrive, tutto solo in onta alle più fervorose insinuazioni, in mezzo al silenzio di una deserta solitudine, rotto soltanto dal grido di sconosciuti augelli e dagli urli ferini, senza una guida che mi indichi un sentiero, incontro a folte boscaglie nido a rettili velenosi, o lungo il corso di un fiume di tortuoso incerto letto quando quasi stagnante, quando precipite, od avvallato in gorghi vorticosi e profondi