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di tribù selvaggie fattovi cacciando, il numero loro, e quello della raccoltavi preda. Quivi potè il Beltrami godere dell’imponente spettacolo di una caccia di buffali cui prendeva parte egli stesso col favore di un capo Indiano, che poco lungi dal lago Traverse stava accampato co’ suoi. L’aspetto di questo animale è sorprendente e terribile, esso è il più grosso quadrupede dopo l’elefante e l’ippopotamo. Vive a torme di più centinaia e pare esclusivo a quelle settentrionali regioni. I naturalisti lo dicono il Bue Bisonte d’America e Buffon lo confuse coll’Uro, e tutti ne tennero discorso con parole ancora alquanto incerte, onde è che ciò, che ne scrive il Beltrami oculare testimonio, riesce interessante e degno della maggiore credenza. Sopra un immenso piano, su cui soltanto i quattro punti cardinali segnar potrebbero una via, scorgevansi da lungi frotte di buffali a guisa di moventesi oscure macchie, che raggiunte al corso di presti cavalli vennero divise e ripiegate in parte. Allora colpite dalle freccie dei selvaggi grossa preda lasciarono sul terreno, che posta sopra carrette venne trascinata al campo onde abbrustolirne le carni, e porne a concia le pelli. Fece il Beltrami prova di molta perizia nell’armi abbattendo alcuni degli enormi animali. I lupi figuravano sulla scena, ed ebbero parte alla straordinaria rappresentazione. Tali fiere vanno ghiotte della carne di buffali, e cercano soddisfare alle voraci loro voglie o pascendosi de’ resti lasciati sul terreno finita la cacciagione, od inseguendo i feriti che non possono dai