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Scrivendo di un uomo quale il Beltrami, le cui illustri memorie sono deposte ne’ di lui scritti notevoli per verità, e candore, e nei quali manifesta ad ogni tratto il bisogno di aprire alla più cordiale amicizia l’animo suo colla semplicità della epistolare corrispondenza, disfogando ogni suo dolore, e disvelando ogni più intimo senso della mente e del cuore colpiti mano mano all’aspetto di scene fisiche spesso nuove, e quando terribili, e di quelle ancora più meravigliose e strane, cui veniva presentandogli la varia e lagrimevole condizione umana, penso non poter meglio giungere alla propostami meta, che penetrando ne’ di lui pensieri, e ricordare ad ogni occasione quelle massime e quei dettati, onde la dotta e franca sua penna arricchiva ogni narrazione. Intendo con ciò sdebitarmi di ogni taccia di plagio, e di meritarmi fors’anco