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un manoscritto messicano che sembra contemporaneo e concorde a questo del Beltrami.

Ora l’originale del Beltrami è posseduto da Bernardo Biondelli direttore del Museo Numismatico di Milano, il quale nel 1860 lo pubblicò con questo titolo Evangelarium, Epistolarium et Lectionarium Axtecum. Mediolani. Bernardoni, e lo arricchì d’interpretazioni, annotazioni e glossario. Vedi Politecnico N. 50-51 p. 191.

L’invidia ed i piccoli interessi che rovinarono Colombo e Cortez, fecero disperdere anche il collegio Azteco, ed obliare quegli studii, onde si deve grande riconoscenza a Beltrami di avere disseppellito e resa conta reliquia tanto importante. Egli, che trovò cose sì riposte nel Messico, potè spargere molta luce pure sulla storia della conquista di quell’impero. E nell’opera Le Mexique dedicata ai Sovrani, che pubblicò a Parigi coi tipi Crevot nel 1830 in due volumi in 8, in forma di lettere come la precedente, dimostrò con fino criterio, che le abbominate carnificine per sacrifici de’ Messicani sono molto esagerate e che la caduta dell’impero del Messico e la facile vittoria di Cortez si devono specialmente alla irritazione delle popolazioni messicane, contro il fastoso dispotismo teocratico militare, delle cui sollevazioni Cortez molto si giovò.

È mirabile vedere come Beltrami pel solo buon senso abbia prevenuto alcuni de’ giudizii sulle origini americane che la scienza va ora componendo. Egli rigetta le grandi analogie che si vollero trovare fra