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bufalo ed altri ingegnosi utensili di cortecce e di pelli. Il cane, compagno dell’uomo su tutta la superficie della terra, sotto tutti i climi, ed indispensabile nelle regioni artiche, è pure socio costante dei selvaggi del Mississipì, i quali gli sono poco grati dei molti servigi, perchè spesso lo mangiano e lo sacrificano. Nel verno fanno lunghe spedizioni di caccia tutti insieme in cerca del castoro e del topo mosca, della lontra, della donnola, del gatto selvaggio, del lupo cerviero, della volpe grigia, gialla e rossa, degli orsi neri, gialli e bianchi, dei caprioli, de’ daini, delle renne, della pecora selvaggia, dell’antilope, del puzzolente, del blaireau, del racoon e del bufalo. Alla caccia del quale, cosa curiosissima, talvolta accorrono frotte di lupi in sussidio degli uomini per sbandare le mandre e separarne qualche vitello, sul quale si gettano poi, o per isolare o stancare una bufala, per assalirla poi chi alle poppe, chi al collo contemporaneamente.

Il Beltrami, che non avea idee preconcette sui selvaggi nè stimolo di setta o di partito, od interesse politico, e per essere solo fra quelli dovette mantenersi con loro in contatto incessante e molteplice, aiutato anche da quel buon senso naturale che in lui era vivissimo, potè giudicarli molto finamente. Egli mostra con sagacissime ragioni la falsità delle due opposte dottrine, di quella degli utopisti che intendono educare i selvaggi per via di raziocinio per ispirazioni intellettuali; di quella degli egoisti mercanti, despoti e dottrinarii, che pretendono essere naturalmente im-