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Per quattro giorni con una costanza indomabile, trascinò solo in mezzo a mille traversie il suo canotto, e legatoselo al piede mentre si sdrajava a dormire, una notte fu desto da un lupo che gli mangiava le provvigioni, e lo uccise. Finalmente trovò altri selvaggi che allettò a farglisi compagni, e per quelli, scoperto altro canadese che miseramente traeva la vita relegato qual sentinella perduta in quelle solitudini, passò il lago del Cedro rosso ed altri grandi laghi e rivi sparsi per regione piana e tutto intersecata da acque pullulanti e coperta da paludi, giunse verso il 49 di latitudine boreale ad un colle pel quale da un lato si versano le prime fonti del grande Mississipì, dall’altro scendono rigagnoli tributarii dei fiumi della Baia d’Hudson. È più facile immaginare che dire l’alto orgoglio e la nobile compiacenza del nostro Beltrami, quando dalla cima del poggio dominante il corso delle scaturigini del padre dei fiumi contemplava primo quelle contrade, e concentrava in un punto di meditazione col volo della fantasia il cammino percorso, il bacino del massimo fiume, la sua fama futura. Dal nome venerato della contessa d’Albany, che stimava altamente, chiamò Giulie quelle sorgenti, e sperò giustamente rendere accettato ed immortale quel nome. Ma sia l’umile e straniera sua condizione, sia la mancanza di osservazioni e determinazioni scientifiche, che accompagnassero quella scoperta, non pare che sino ad ora quel nome sia stato ammesso come doveva almeno