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sero di buon animo, nessuno lo conosceva, sarebbe stato prudente. Si era messo in quel corteo di semplici, ed era sparito anche lui.

Ma il pensiero lo aveva lasciato lassù. Nella discesa dai monti e poi in chiesa, per quanto durò la messa da povero, non pensò che a Nun- zia, alla Provenza, alle vie per arrivare a Mar- siglia, a quei capitani di mare dei quali Biagio aveva parlato; una nave, l'oceano, l'America dove avrebbe potuto vivere in pace lavorando ed amando. E se anche non avesse avuto maniera d’ andar sì lontano, non v’ era in Italia un cantuccio di terra libera, nella Romagna? Dall’ alto di San Marino godeva già coll’immaginazione tutto quel trionfo di campi, e di città, tra l'Appennino e il mare; la patria dove si poteva arrivare camminando per le creste dei monti, e Nunzia era di forza da farlo con lui. Così volava lontano e felice; ma nel momento che il parroco venne dall’altare, nel bel mezzo della navata, a benedir la cassa; egli con la coda dell’occhio si vide alle spalle due ca- rabinieri che, non pareva, ma erano lì per lui. Più indietro lo guardava di traverso quel Pilo, che aveva tanto offeso e umiliato alla presenza di Nunzia. Si sentì tutto il sangue in un cavallone dal cuore alla testa: capi la spia: ma che fare? In chiesa non avrebbero osato mettergli le mani addosso; ma uscendo?

— In paradisum deducant te angeli...

Come aveva fretta il parroco! Lanciava quei bei versetti a furia, come se non ne avesse capito