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per sentire se proprio li aveva visti quegli spiriti che, come narrò sempre, saran quarant'anni, quando portava il sale di là dai monti, una notte lo leva- rono dal carro e lo buttarono in una siepe di spini, presso la cappella dei quattro frati, dove si scari- ficò tutto. Paino, stamattina, chi sa perchè, ha detto che la verità è una sola, che sempre raccontò quella fandonia per far ridere. Biagio lo guardò male, ma. ce n’andammo senza guai. Passammo da Ga- murrino alla Costa del monte; e Biagio, così, ri- girando il discorso, lo tirò a dire d’aver trovato tante volte i cavalli del marchese con le criniere e le code intrecciate dagli spiriti, quand’egli ser- viva da cocchiere; ma che giurasse. Gamurrino non volle giurar nulla; disse che erano scioccherie dei tempi antichi. Si presero a parole, e Biagio lo lasciò gridandogli che lui con gli altri erano tutti birbanti. Nel borgo andammo subito in chiesa, ed egli voleva confessarsi dal parroco. Questo lo bravò, dicendo se non sapeva far altro, se non si ricor- dava d’aver fatta la pasqua poche domeniche avanti. Ma poi entrò nel confessionale; e cominciarono a parlar forte, più forte, si stizzivano, tutta la chiesa sentiva e rideva. Alfine il parroco saltò fuori dal confessionale brontolando, e se ne andò tutto in collera. Biagio, mortificato, stette ancora un poco; poi alla meglio, guardato da tutta la chiesa, se ne venne via con me. Andammo all’osteria; man- giammo, mangiò e bevve molto lui, sempre più stralunato. A ogni poco mi diceva: Animo, Ba- bacco, mangia, bevi e non pensar a nulla, che nor