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pe SC eri nulla dei vostri boschi, dei vostri prati; se siete ricco meglio per voi; abbiamo il nostro onore, noi, e ci basta. Noi di certe morte non ce ne ab- biamo mai avute in casa: parlino pure tutti gli al- beri di questi monti, morticini nostri, sepolti ai loro piedi, non ce ne sono...

A quella scossa d’ingiurie, Pilo fu li per avven- tarsi accecato. Anna gli offendeva una sorella, morta l’anno prima. Stritolarla bisognava! non c’era altro. Ma si rattenne, contrasse le braccia, si morse gli indici e proruppe in pianto.

— E ora cosa c'è? — disse Pellegro, apparendo sulla porta improvviso.

Pilo guardò il forestiero, poi Nunzia, poi di nuovo il forestiero. Capi. Per la miseria! quei due si amavano, colui gliela aveva rapita! Che grazia! Lo aveva li, poteva azzuffarsi sotto. gli occhi di Nunzia, strozzarlo.

— Indietro! — gridò -- fuori di qui!

— Fuori chi? — rispose Pellegro senza punto mutarsi.

— Voi, e vi caccio; guardate!

Pilo si aggomitolò, crebbe, si avventò contro Pel- legro che ricevè l’urto urtanto anche lui col petto sporto, colle braccia piegate avanti, e le pugna strette. Il montanaro diede tre passi indietro cion- doloni e cadde riverso. Strillavano le donne; ma « non è nulla » — diceva Pellegro — « lasciate che si rialzi. Vuoi altro giovinotto? Se tu hai qualcosa a perdere, non ti buttar così, vattene pei fatti tuoi ».

L’altro, disperato, si lanciò di scatto la seconda