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Pilo, in quanto a lui, si sentiva soverchiato da qualcuno che non sapeva dove fosse; e si confon- deva a sciupare certi garofani che aveva tra le mani: avrebbe voluto dire delle fiere cose, ma, non le trovando, se ne stava li quasi ingoffito. Nunzia avrebbe pur dovuto parlare! Ma la giovane passò la madre, passò lui, entrò in casa superba. Egli ed Anna si guardarono. Cosa voleva dire quell’aria?

— O Nunzia, — disse Pilo, entrando anche lui; — vi pare una bell’azione?

— Cosa? — rispose Nunzia voltandoglisi contro: — cosa volete da me?

— Voglio, che sono dei mesi che vengo in casa...

— E chi v'ha detto di venire?

— Oh! per questa croce di Dio, — gridò Pilo, trovando alfine sè stesso: — non sono mica un grullo io; tutti sanno che voglio sposarvi!

— Sposarmi? Ah!

— Come? Allora perchè m’avete lasciato venir a trovarvi...

— Ma le ho prese le buccole che volevate re- galarmi?

— Non le avete prese perchè allora eravate onesta...!

— E adesso non lo sono più? — disse infuriando Nunzia; e con le fiamme negli occhi, si lanciò a una delle scuri che pendevano dalla parete.

— Brava, mia figlia! — gridò Anna, entrando fiera in quella briga: — e voi credete di poter la- varvi la bocca di qualche cosa? A noi non importa