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ceo gia
Nunzia udiva, capiva quelle chiamate, ondeg- giava; ma vinta da una forza cui non potè resi- stere, si cacciò nel sentiero che menava giù al la- ghetto. Due o tre volte udì ancora il suo nome gridato di là dalla cresta; poi la voce non le arrivò più. Si senti sola, col cuore amaro, con una gran paura; capì ancor più di far male, ma tirò avanti.
Pellegro era al posto già da un par d’ore. Si era messo a sedere sulla palancola, sopra il bel laghetto, colle gambe spenzolate; e si specchiava nell’acqua limpida, pigliando certo diletto a mirare la propria immagine riflessa a rovescio, giù tante braccia sotto la superficie. Il sole scottava, eppure pareva a lui di sentir la frescura del bagno. Pen- sava che qualcuno vedendolo avrebbe dato voce di chi sa quale diavoleria nuova; ma questo ed altri erano pensieri di traverso che andavano e venivano; il pensiero fisso era Nunzia. La sentiva. Avrebbe giurato ch’essa era vicina, che a chiamarla con un fil di voce avrebbe risposto. E difatti la giovinetta era lì. Lo aveva visto, le si era allargato il cuore, ma non osando di più, s'era fermata sul margine del laghetto, nei cespugli fitti. A mirarlo lassù così accidioso, le parve uno di quei santi del deserto, ai quali i poveri uccelli portavano da nutrirsi, co- me aveva sentito predicare in chiesa, e credeva che ci fossero stati davvero. Ora le piaceva tanto di più. Era così bello, così coraggioso, così fore- stiero! Egli aveva detto che l'America era grande; e le pareva di essere con lui in quei paesi remoti, sola... Ma come mai ancora non la vedeva? O